I farmaci usati per l’aborto farmacologico causano perdite di sangue accompagnate da forti contrazioni. Gli effetti collaterali non vanno sottovalutati.
L’aborto farmacologico rappresenta uno dei metodi maggiormente utilizzati dalle donne per indursi un aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza. I farmaci in questione sono il Mifepristone o pillola abortiva RU 486 e il Misoprostolo contenuto nel Cytotec, Artotec, Misodex e Misofenac.
Premettendo che la legislazione italiana prevede che si possa abortire entro i 90 giorni dall’inizio della gravidanza (12 settimane), l’aborto e ogni pratica per indurlo diventano illegali dopo questo tempo massimo, ma in ogni caso mai una donna dovrebbe affrontare questa pratica senza prima aver parlato a qualcuno delle sue intenzioni, essersi rivolta a strutture competenti e aver ricevuto i consigli di esperti, infine, mai dovrebbe indursi un aborto farmacologico da sola, in quanto lo stesso (pur rappresentando il metodo più sicuro) può risultare alquanto doloroso e non è privo di effetti collaterali.
L’aborto farmacologico avviene, nel caso del Misoprostolo, facendo sciogliere sotto la lingua 4 pastiglie del farmaco da 200 mg, senza ingoiarle per circa mezz’ora. È poi necessario ripetere la medesima procedura con le altre 8 pastiglie (sempre facendone sciogliere 4 alla volta, a distanza di 3 ore).
Con il Mosofenac o l’Artrotec, il procedimento non cambia molto se non che la parte dura del medicinale non deve essere ingerita, il resto si scioglie sotto la lingua in circa mezz’ora.
Nel caso nel Misoprostolo crampi e perdite ematiche possono avere inizio già dopo la prima dose del farmaco, mentre è di solito dopo le prime 4 ore che inizia il sanguinamento vero e proprio. Il sanguinamento è il segnale che l’aborto è in corso ed è durante questo processo che si avranno contrazioni molto forti.
Può accadere, in quanto fa parte degli effetti collaterali di questi farmaci, che la donna incorra in un’emorragia, riconoscibile perché di solito dura 2-3 ore o più causando mancamenti o giramenti di testa. Quando ciò avviene è consigliato rivolgersi al più vicino ospedale.
Un altro motivo per contattare l’ospedale o il proprio medico è la comparsa di febbre superiore ai 38° C perché la febbre potrebbe essere il sintomo di un’infezione in corso.
Questo tipo di aborti sono comunque sempre rischiosi per la salute della donna che li pratica di sua iniziativa, non solo per l’azione che compie (troppo spesso incoscientemente, soprattutto nel caso delle giovanissime), ma anche per la sua salute.